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Una civiltà passata e irripetibile, che Mazzi ci ripropone nelle sue storie di briganti, di peste, di "fisica", di alluvioni, di estati siccitose, di carestie. Erano queste "disgrazie" che scandivano il tempo addietro e che costituivano la cronistoria vigezzina; e i racconti di magia, di fattucchiere e mediconi, di incantesimi, di "fantasmi di Vigezzo", insomma, di realtà e di leggenda scritti nel mondo piano e schietto dell'autore.